La
penisola sorrentina fin dal XVIII secolo ha orientato la propria economia alle
possibilità offerte dal mare attraverso la produzione di imbarcazioni, il
commercio marittimo e l’istituzione nel 1770 di una scuola nautica, l’attuale
Istituto Nautico “Nino Bixio” di Piano di Sorrento, che fece da modello alle
altre scuole del regno e ancor oggi è tra le più frequentate della regione.
Negli anni Ottanta del Settecento, inoltre, nella vicina Castellammare di
Stabia sorse il cantiere militare navale voluto da John Acton che contribuì
all’ammodernamento della produzione delle maestranze locali.
Nei
cantieri che sorsero lungo la costa, presso le marine di Cassano (Piano di
Sorrento), di Alimuri (Meta), di Equa (Seiano di Vico Equense) e quelle di
Sorrento, fino agli inizi del secolo scorso, furono costruite le più diverse
tipologie di imbarcazioni (feluche, tartane, brigantini, polacche, golette,
gozzi). Tra l’altro la Marina di Cassano, oltre che nella fabbricazione dei
cosiddetti “legni sorrentini”, si distinse anche nel trasporto degli agrumi
verso i porti del Tirreno e dell’Adriatico, mentre quella di Equa nel commercio
via mare della calce prodotta negli antichi forni, le cosiddette “calcare”, che
occupavano una parte del lido.
La
nascita della nave a vapore e la diffusione dei mezzi su gomma segnarono la
fine della cantieristica a Sorrento e nei suoi dintorni, ma questa nobile
tradizione oggi riecheggia nelle piccole e grandi botteghe dei moderni maestri
d’ascia che sono ancora operose in alcuni comuni della penisola.
Le
radici storiche di quest’attività sono alla base anche della fortuna di quegli
armatori di origine sorrentina che hanno acquisito fama internazionale sia per
la navigazione mercantile che per quella crocieristica, offrendo occupazione a
molti giovani del territorio. Anche a loro si ispira quest’evento e in modo particolare
l’istituzione di un premio nazionale che vuole dare un riconoscimento a coloro
che si sono distinti nell’ambito dell’economia del mare.